DUALISMI MEDITERRANEI
Con i dualismi “organico/razionale”, “antico/moderno” e “locale/globale” si è voluto sondare l’attualità di alcune tematiche che definiscono i caratteri tipici della cultura mediterranea. Mediterraneo, d’altro canto, non è un termine univoco, ma un gioco dialettico di differenze, inclusioni, influenze, contrapposizioni, contrasti. Il Mediterraneo è la patria del Mito, verso cui l’uomo muove nell’anelito di astrazione dalla realtà contingente, ma è anche il luogo della Ragione, del lento, metodico processo di trasformazione del territorio, guidato da una logica fondata su scelte essenziali. La stessa architettura del Mediterraneo è l’espressione costruttiva di una condizione culturale sovranazionale segnata da affinità e differenze, da caratteri comuni e aspetti singolari, in cui rileggere l’opposta aspirazione dell’uomo verso l’armonia apollinea della ragione e verso il tumulto dionisiaco delle passioni.
Organico/razionale sono due espressioni antitetiche che conoscono continue possibilità di mutui rimandi. La razionalità, quale espressione di una intenzionalità di dominio sulla natura e di imposizione di leggi convenzionali fondate su logiche mentali ed astratte, si contrappone all’organicismo, inteso quale intento di adeguamento a leggi derivate direttamente dalla lettura della natura e di intonazione al suo ritmo profondo.
Su questa doppia linea di analisi, si innestano anche i termini antico/moderno, come connotazioni temporali che definiscono l’appartenenza a una condizione passata che non ha necessariamente esaurito il proprio ciclo vitale e ad una presente che sembra dover continuamente contrattare la legittimità del proprio esistere. La frattura storica determinata da questa dualità comporta una discriminante di valore che spesso presuppone anche un giudizio di legittimità. Il Mediterraneo, con la sua storia millenaria materializzata da segni costruttivi stratificati nel tempo, fornisce a questo riguardo una risposta emblematica: la continuità che caratterizza l’evoluzione della sua architettura ha prodotto, infatti, una ricca e felice accumulazione di eventi costruttivi, in cui l’antico rivive nel moderno e il moderno si dissolve nell’antico.
Analogamente, l’antinomia locale/globale, il contrapporre regionalismi e universalismi, è un motivo ricorrente del pensiero e della critica contemporanea, come espressione di una diffusa incapacità della cultura attuale di misurarsi con i luoghi, con le tradizioni e con le singolarità che caratterizzano la realtà. Applicato al Mediterraneo, questo binomio appare ricco di implicazioni che consentono di comprendere le trasformazioni dell’architettura e del paesaggio. Poche architetture come quella del Mediterraneo sono state capaci, infatti, di adattarsi nel tempo alle condizioni naturali, di dare forma e significato alle caratteristiche dei luoghi e dei paesaggi, ma anche di produrre soluzioni esemplari, la cui validità e universalità è testimoniata dall’enorme influenza che hanno esercitato nel tempo.
Proprio questa capacità di riassumere dialetticamente gli opposti, di essere letta in una molteplicità di sensi è la caratteristica che consente di guardare ancora oggi alla cultura del Mediterraneo come a un riferimento insostituibile nell’operare.
2008. Locale/Globale. Mediterraneo immaginario
2007. Antico/Moderno. Paesaggi in trasformazione
2006. Organico/Razionale. Nuovi paesaggi