Ischia - Casa Lezza, 19/22 settembre 2024
Convegno
INSULARITÀ: Patrimonio e Memoria
Insulare è una condizione fisica e materiale, che si fa mentale e spirituale. L’isola delimita, stabilendo un dentro e un fuori, un’inclusione e un’esclusione. Nell’isolarsi si determina una distanza e una differenza. Si acquisisce una consapevolezza singolare, una autonomia e una autosufficienza che può comportare il rischio del solipsismo. Nell’isolarsi si percepisce l’altro come appartenente a un mondo diverso, inaccessibile e spesso incomprensibile. Questa sorta di chiusura e di rifiuto produce, come contropartita, una curiosità inappagata.
Secondo Predrag Matvejević “la peculiarità comune alla maggior parte di esse [delle isole] consiste nell’attesa di ciò che accadrà. Anche le più piccole attendono almeno la nave che deve accostare, le notizie che porta: lo spettacolo o l’avvenimento. Gli isolani hanno più tempo per attendere che non gli altri: l’attesa è il contrassegno del loro tempo.”
Per definizione, l’isola è un mondo in miniatura, dove gli avvenimenti si susseguono in tempi lunghi, quasi sempre scanditi dall’esterno. Al suo interno, l’isola è un microcosmo chiuso in sé, immobile nel tempo e resistente al cambiamento. Gelosa della propria identità, l'isola guarda con sospetto il forestiero, memore inconsapevole, forse, di assalti di secoli passati, e di violenze, di razzie, di privazioni, di sopraffazioni. L'identità definisce una appartenenza e stabilisce un codice di comportamento che, nonostante le sopravvenute, inevitabili aperture all'esterno, segna ancora un limite, marca ancora una differenza assimilabile a una diversità di genere.
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